ECOTURISMO E SQUALI BIANCHI
Per svolgere le attività di osservazione in natura degli squali bianchi, è necessario affidarsi ad operatori turistici locali (Shark Diving Unlimited e Marine Dynamics, sono due degli otto operatori autorizzati dalla Marine Coastal Management sudafricana) che forniscono le imbarcazioni necessarie per avvicinare gli animali. Gli operatori, come altri in Sudafrica, svolgono un’attività di ecoturismo, attirando clienti grazie alla possibilità di osservare squali e altri animali marini in condizioni naturali. L’ecoturismo facilita anche le attività scientifiche su animali altrimenti difficili da osservare, nel caso specifico permettendo di aumentare le conoscenze sulla popolazione, il comportamento e l’ecologia di varie specie di squali, che sono oggetto di studio da parte di differenti equipe internazionali di ricerca in zone dove sono diffuse le pratiche di ecoturismo (Domeier e Nasby-Lucas. 2007; Graham e Roberts. 2007; Malkjovìc e Cotè. 2011).
L’ecoturismo sta divenendo sempre più popolare negli ultimi decenni, risultando uno dei settori turistici più in crescita all’interno dell’intera industria del turismo (Scheyvens. 1999; Wearing e Neil. 2009). Le operazioni di ecoturismo mirate all’osservazione dei grandi predatori cercano di avvicinare le specie indagate, utilizzando cibo o esche per attirare gli animali e mostrarli così ai turisti (Orams. 2002). Questa forma di attrazione dei predatori è l’unico modo per mostrare ai turisti i predatori, che risulterebbero altrimenti difficili da avvicinare e in natura solitamente ignorano o fuggono alla presenza delle persone (Orams et al. 1996; Burgess. 1998). Nel caso degli squali, l’attività di pasturazione a scopo ecoturistico riproduce fenomeni naturali di rilascio di liquidi fisiologici di organismi in decomposizione, che riesce a indurre le attività naturali di scavenging. L’ecoturismo svolge un’importante, seppur indiretta, azione di protezione degli squali. Di recente si è stimato che circa il 15% delle specie di squali stia decrescendo numericamente (Baum et al. 2003; Burgess et al. 2005; Dulvy et al. 2008; Ferretti et al. 2008; Worm et al. 2006), soprattutto a causa degli interessi economici derivanti dalla pesca sportiva e del “finning”, una forma deleteria di pesca indiscriminata degli elasmobranchi per tagliarne le pinne che verranno commercializzate, per poi rigettare gli esemplari ancora vivi in mare. L’ecoturismo risulta un’attività importante che si contrappone a queste pratiche, riuscendo a sensibilizzare le popolazioni locali alla salvaguardia delle specie animali, presentando queste come una risorsa oltre che naturale anche economica (Catlin et al. 2010; Malkjovic e Cotè. 2011). E’ stato stimato che il valore sul mercato di un singolo squalo di barriera ammonta a circa 13.000$ una volta catturato ed ucciso, mentre per il medesimo esemplare si può stimare un valore fino 200.000$ in chiave ecoturistica lungo il corso di tutta la vita dello stesso esemplare (Wells. 2010). Allo stesso modo, si ottiene un rapporto simile paragonando il guadagno commerciale giornaliero di un set di pinne di squalo (circa $50) con i circa $73 ricavati tramite attività di ecoturismo (Clarke et al. 2007).
E’ stato anche approfondito lo studio sugli effetti che le attività di ecoturismo potrebbero determinare sull’ecologia e il comportamento degli animali osservati. In particolare, sono stati indagati quelli determinati dall’attività di pasturazione a fini ecoturistici sugli squali bianchi, valutando l’importanza della pastura, comunemente usata da operatori turistici presso Seal Island nella False Bay, in Sud Africa. E’ stato così possibile mettere in evidenza, come la pastura sia responsabile solo di un effetto provvisorio sul comportamento degli squali, durante la prima ora di osservazione, sugli esemplari indagati. Questo effetto però diminuisce già nel corso della seconda ora di osservazione (Laroche et al. 2007). Sempre nello stesso studio è stato anche considerato il rapporto preda-predatore, ma è risultata irrilevante l’influenza della pastura sia sulla strategia predatoria degli squali che su quella antipredatoria delle otarie del Capo. Sebbene i Grandi squali bianchi siano attratti in superficie dalla pastura, questi ne ignorano lo stimolo nel momento in cui visualizzano la preda su cui sferreranno l’attacco, per cui la pastura agisce solo come un elemento di attrazione iniziale. Infine è stato rilevato che la presenza fisica delle barche con gli osservatori non influenza il comportamento degli squali in prossimità delle colonie di pinnipedi (Laroche et al. 2007).