Wild life Sudafrica Squali – balene e Big Five
La spedizione è dedicata al progetto: “Ecologia ed Etologia dello Squalo bianco”.
Il progetto ha avuto inizio nel 2000 e dal 2005 si sono aggregate le Università della Calabria e di Siena, rispettivamente fornendo supporto per la parte etologica ed ecotossicologica. Durante la spedizione il CSS raccoglie dati principalmente su aspetti del Comportamento Sociale e Predatorio di superficie della popolazione sudafricana, confrontati con dati relativi al sesso degli animali, la maturità sessuale, variabili meteo-climatiche e più recentemente esame dell’identità sociobiologica dei singoli individui, tecniche d’individuazione dei singoli individui. Attualmente per la maggior rarità di avvistamenti degli squali bianchi questi saranno osservati a Gansbaai e Mosselbay.
La spedizione potrà aver luogo in uno dei due siti dove il CSS opera: Gansbaai a 200km da Città del Capo con il fondamentale supporto logistico della Marine Dynamics e Dyer Island Conservation Trust, e a Mosselbay a 400km da Città del Capo, con il supporto di Wild Shark Africa. Il CSS è l’Equipe scientifica europea con il maggiore numero di pubblicazioni scientifiche internazionali riconosciute (15), in coordinamento con le Università di Siena e Calabria. Dal Comportamento predatorio e sociale, al Monitoraggio, all’Analisi ecotossicologica, alla Fotoidentificazione etc.
PROSSIME SPEDIZIONI IN PROGRESS:
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Approfondimento
Lo Squalo bianco Carcharodon carcharias (Linnaeus 1758) è un predatore cosmopolita che vive in quasi tutti i mari del mondo, preferendo acque temperate e temperate fredde tra gli 8 ed i 25 gradi (Martin 2003, Compagno et al., 2005). È tuttavia presente con popolazioni relativamente abbondanti in sole 8 aree del globo: California (Ainley et al., 1985) e Baja California, Messico (Domeier & Nasby-Lucas 2007), Cile centrale, New England, Mar Mediterraneo (Micarelli et al.2011, 2015, 2023), Sud Africa occidentale (Ferreira E Foundry 1996), Australia meridionale (Bruce 1992), Nuova Zelanda e Giappone (Martin 2003).
Le ricerche riguardanti la biologia e l’ecologia del Grande Squalo Bianco sono aumentate in modo particolare negli ultimi decenni, data anche la scarsità di informazioni affidabili su questo argomento e il declino numerico della specie (Classificazione della Lista Rossa IUCN come “vulnerabile”, Hilton-Taylor 2000). Nel 2021 il CSS ha pubblicato Editrice Libreriauniversitaria: “Lo Squalo bianco: Biologia, Ecologia ed Etologia“, autore Micarelli Primo, lavoro frutto di 23 anni di ricerche sul campo e sintesi delle più recenti conoscenze su questa iconica specie, testo di riferimento del Corso universitario; Ecologia e tecniche di Acquariologia degli Elasmobranchi che si tiene all’Università di Siena (Corso Scienze ambientali e naturali Triennale).
Nell’ottica di fornire un contributo alle conoscenze sulla biologia di base e l’ecologia di questa specie, il Ph.D. Micarelli Primo Oceanografo ha creato nel 2000 un’Unità di Ricerca nell’ambito del Centro Studi Squali, dedicata ai Grandi squali bianchi, coordinandosi con le Università di Cosenza e Siena dal 2005.
Dal 2000, si svolgono missioni di studio e didattiche in Sud Africa, a Gansbaai, situata 200 km a est di Città del Capo, per raccogliere dati sui comportamenti sociali e predatori, oltre che dati eco tossicologici di questo animale nelle acque prospicienti Dyer Island e Geyser Rock nella baia di Gansbaai, dove transita un’importante popolazione di squali bianchi, dal 2018 il CSS opera anche a Mosselbay.
Per molto tempo si è pensato che il grande squalo bianco fosse una specie con abitudini prevalentemente costiere (Compagno 1985, Klimley 1985). Nell’ultimo decennio questa immagine è stata completamente modificata delineando una nuova, più complessa, idea di predatore migratorio che è in grado di eseguire lunghe traversate oceaniche in habitat pelagico (Boustany et al., 2002, Bonfil et al., 2005, Bonfil et al., 2010, Weng et al., 2007a). Anche le conoscenze riguardanti il comportamento predatorio e sociale si sono accresciute, anche grazie all’equipe del CSS, mettendo in evidenza capacità e modelli inaspettati di interazioni intraspecifiche (Martin 2005, Micarelli et al., 2006, 2008, 2015, Sperone, Micarelli et al. 2010 e 2012), in particolare il CSS ha dimostrato la presenza di interazioni sociali in presenza di prede passive, con uno studio durato ben 10 anni nella popolazione che frequenta le acque di Gansbaai in Sudafrica (Micarelli, Reinero, Pacifico et al 2023) e le importanti relazioni tra comportamenti e parametri ambientali (Reinero, Micarelli, Pacifico et al. 2022) e le differenze nei comportamenti individuali in funzione dei parametri ambientali nei due sessi (Azevedo, Reinero, Micarelli, Sperone et al. 2022). Le modalità di identificazione dei singoli Squali bianchi da parte del Team CSS, sono state progressivamente migliorate ed implementate (Micarelli et al, 2015), mentre sono ancora in fase di ottimizzazione tecniche finalizzate alla misurazione esatta delle dimensioni dei singoli esemplari non ancora ottimizzate da nessuna equipe internazionale (Di crescenzo & Micarelli 2018). Recentemente sono stati realizzati studi a carattere ecotossicologico finalizzati a conoscere lo stato di salute degli Squali bianchi (Marsili, Micarelli et al. 2016). I dati raccolti dal Team CSS/Unical e le metodologie impiegate, sono stati utilizzati nell’ambito di una collaborazione tra gli enti citati e l’Università La Paz in Messico, applicandoli alla popolazione di Squali bianchi presente nelle acque dell’isola di Guadalupe (Becerril-Garcia, Sperone, Micarelli et al. 2019). L’attività di Ecoturismo dedicata all’osservazione diretta degli squali e degli squali bianchi in particolare nel loro ambiente è cresciuta negli ultimi decenni permettendo a ricercatori ed appassionati di poter raccogliere dati e conoscere al meglio questi predatori. L’Ecoturismo è diventato un’occasione importante per riconvertire i pescatori di squali in loro protettori, creando un’economia importante, già piu’ redditizia della pesca. L’Ecoturismo deve tuttavia essere sviluppato con criteri tali da non danneggiare la risorsa ed i loro utilizzatori, come evidenziato in studi recenti (Becerril-Garcia, Sperone, Micarelli et al. 2017)
Il Team del CSS è anche impegnato in Mediterraneo, da molti anni, nelle attività di monitoraggio e tentativi di marcatura, tuttavia molto difficili per il basso numero di individui della popolazione mediterranea (Micarelli, Reinero, Marsili, Tinti, Marsella, Sperone et al. 2023).