SPIAGGIAMENTO MOBULA OTTOBRE 2020 PORTO DI BARATTI
Relazione CSS
La prima settimana di Ottobre il Ricercatore CNR Fabrizio Serena è stato informato della presenza di una Mobula (Mobula mobular) o Diavolo di mare che si aggirava lungo la costa maremmana, dopo essere inavvertitamente incappata in attrezzi da pesca che l’avevano ferita al capo tra le pinne cefaliche e trattandosi di Specie CITES, quindi sottomessa a protezione integrale, è stata attivata la Capitaneria di Porto, competente al riguardo, per autorizzare le successive eventuali operazioni di intervento. L’animale, dopo misura approssimativa era stato individuato in un’esemplare di sesso femminile, maturo, di un diametro alare di piu’ di 340cm. Dopo una settimana di avvistamenti periodici lungo costa, il Sabato mattina 10 ottobre, l’esemplare si è avvicinato alla spiaggia del Porticciolo turistico di Baratti. Il Ricercatore ed un Dottorando dell’Università di Pisa Tempesti Jonathan, in coordinamento con l’ARPAT Toscana nella persona della Dr.ssa Mancusi Cecilia, hanno cercato a piu’ riprese con piccola imbarcazione di portare al largo la mobula che ad ogni tentativo riprendeva la direzione della Spiaggia. Nella tarda mattinata anche un Team del Centro Studi Squali di Massa Marittima, avvertito la sera prima dal Comandante del Porto di Piombino e guidato dal Direttore CSS Micarelli Primo si è recato a Baratti per fornire supporto alle operazioni. Nell’arco della giornata, dopo aver transennato l’area dove stazionava la Mobula, sono arrivati sul posto varie autorità locali tra cui Guardia Municipale ed operatori della Guardia Costiera, oltre al Veterinario dell’ASL con il quale il Serena e Micarelli hanno interloquito per valutare possibilità, al peggiorare della situazione, di procedere con eutanizzazione indotta dell’animale. Il Veterinario ha tuttavia valutato che mancando di un protocollo adatto per questo gruppo animale che individui la sostanza adatta e le dosi adeguate a provocarne il decesso e le modalità e le vene per la somministrazione della stessa, sarebbe stato piu’ razionale per non rischiare di peggiorare ulteriormente la situazione, provocando inutili sofferenze, aspettare nella speranza di un tentativo della Mobula di allontanarsi e riprendere il largo. Per tutta la giornata di domenica 11, il Dottorando che non si è allontanato dall’area dal sabato precedente ha periodicamente controllato che il pubblico non si avvicinasse all’esemplare ed il suo stato di salute. Lo stato della Mobula, già da domenica mattina si presentava tuttavia tale da immaginarne un rapido peggioramento, trovandosi praticamente quasi sul bagnasciuga con risalita di sabbia che non ne favorivano la respirazione. Si è quindi atteso, in assenza di alternative all’eutanizzazione (ovvero trasferimento in strutture che la potessero ospitare temporaneamente in vasche di dimensioni adeguate per valutazioni piu’ accurate) che l’animale decedesse. Durante la giornata di Domenica 11, Serena CNR, Micarelli CSS, Mancusi ARPAT e Marsili UNISI, hanno cercato peraltro di individuare una cella frigorifera sufficientemente capiente da poter ospitare l’animale, viste le dimensioni importanti, purtroppo nessuna delle celle era fruibile od in grado di ospitare un animale di tale dimensione.
La mattina del lunedi 12, lo Staff del: CSS, ARPAT ed Unisi, alla presenza della Guardia Costiera locale, dopo aver constatato il decesso, avvenuto probabilmente nel tardo pomeriggio della domenica, si è organizzato per procedere al trasferimento della carcassa fino allo scivolo di discesa delle barche del porticciolo per procedere con dissezione e recupero di importante materiale biologico utile per ARPAT ed Unisi sia per valutare motivo del decesso che per valutarne lo stato ecotossicologico e farne identificazione genotipica.
Dopo la raccolta di tutti i dati biometrici delle schede Medlem ad opera di Dr.ssa Mancusi ARPAT con il supporto di Dr.Micarelli CSS e Dr.ssa Consales UNISI, si è proceduto alla dissezione ed al prelievo di campioni di materiale biologico: sangue, fegato, gonadi, tessuto muscolare, branchie, stomaco ed intestino.
La ferita presente tra le pinne cefaliche, sulla parte sinistra del capo, presentava un diametro di circa 5cm ed alcuni centimetri di profondità, appariva già in parte rimarginata rispetto al sabato precedente.
Al termine delle operazione del Team dei vari enti di Ricerca è intervenuta la Società di smaltimento, attivata dal Comune di pertinenza, per procedere allo smaltimento in discarica, non avendo avuto risposta da nessun Museo, Laboratorio od ente attrezzato in Regione Toscana ed extra Toscana, per ospitare un tale esemplare.
Hanno collaborato alle varie attività di controllo e recupero:
Dr.Serena CNR, Dr.Micarelli CSS, Dr.ssa Mancusi ARPAT, Dr.ssa Consales Unisi, Dr.Tempesti Unipi, Bellini e Massaccesi Studenti in tirocinio presso CSS, Guardia Costiera e Polizia Municipale.
Un particolare ringraziamento al Dottorando Tempesti Jonathan che dal sabato al lunedi è rimasto in loco 24 ore su 24, agli Studenti Bellini Andrea Univ.Siena e Massaccesi Naomi Politecnico delle Marche in tirocinio presso il CSS che hanno fornito importante supporto nelle varie fasi dello spiaggiamento.
Direttore CSS – Ph..D. Micarelli Primo